Il Miracolo che Giovanni Paolo II non volle fare.

gp2_romero310x250 Nella primavera del 1979, l’arcivescovo di El Salvador, Oscar Romero, si recò in Vaticano: chiese, implorò, mendicò un’udienza presso il Papa Giovanni Paolo II.
“Aspetti il suo turno”.
“Non si sa”
“Torni domani”.

Alla fine, mettendosi in fila con gli altri fedeli che attendevano la benedizione, Romero sorprese sua santità e poté rubargli qualche minuto.

Cercò di consegnargli un voluminoso dossier, con foto e testimonianze, ma il papa glie lo restituì:
“Non ho il tempo per leggere tante cose”.
Romero balbettò che migliaia di salvadoregni erano stati torturati e assassinati dalla dittatura militare, tra di loro molti cattolici e cinque sacerdoti, e che appena ieri, nell’attesa di questa udienza, l’esercito aveva crivellato di colpi 28 persone di fronte le porte della cattedrale di San Salvador.

Il capo della Chiesa lo interruppe seccamente:

“Non esageri, signor arcivescovo!”.

L’incontro non durò ancora a lungo.

L’erede di San Pietro, chiese, comandò ordinò:
“Voi dovete accordarvi con il governo! Un buon cristiano non crea problemi alle autorità!

La chiesa vuole pace ed armonia!”

Dieci mesi dopo Romero fu freddato in una parrocchia di San Salvador.
Il proiettile lo colpì durante la messa, mentre stava alzando l’ostia.

Da Roma, il sommo pontefice condannò il crimine. Dimenticò di condannare i criminali»

[Tratto da: Espejos (Specchi) di Eduardo Galeano]