Verso il 15 Ottobre

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Crediamo che il popolo greco non meriti l’oltraggio subito, che non lo abbia meritato il popolo argentino dieci anni fa, che il popolo islandese ci abbia dato una grande lezione.

Un  minimo di giustizia sociale, il senso del pubblico, il valore della persona e dell’ ambiente, la dignità del lavoro non  dovrebbero essere un lusso bensì un iniziale doveroso argine al dio mercato che manovra politicanti -pupazzi.Ci accontentiamo di sognare un figlio ricco e affermato in una società non solidale o vorremmo per lui (e per noi) una società che non escluda?Guardiamoci intorno, riflettiamo, proviamo a passare dall’Io al Noi, alziamo la testa e non deleghiamo in bianco a chi chiacchera del sintomo e nega l’origine della malattia.

Quanto meno per non sentirci un domani inadeguati e dover ammettere ai nostri figli che nel sacco dei diritti noi eravamo spettatori.

15 OTTOBRE: GIORNATA INTERNAZIONALE DI MOBILITAZIONE

ROMA 
corteo da P.zza della Repubblica a P.zza San Giovanni
ore 14.00

12 OTTOBRE / #occupiamobancaditalia

ore 16 @ Banca d’Italia (Via Nazionale, Roma)

DEMOCRAZIA, CHE IN GRECIA VUOL DIRE CONFLITTO

La quasi totalità delle parole che riempiono questo foglio sono di origine greca.democrazia350x228

Ergo, ciò che sta succedendo in Grecia non può non riguardarci. Eravamo forse “giustificati” per non comprendere la lingua islandese, o lo spagnolo. Questo perché in Islanda, Europa, e in molti paesi dell’America Latina, si è deciso quasi a furor di popolo di non pagare il debito. In forma molto diretta, (anche) con un referendum, per quel che riguarda Reykiavik; con una modalità più “tipicamente” sudamericana per quel che riguarda invece alcuni paesi del Cono Sur.

La Grecia, dal canto suo, è diventata il paradigma della crisi e di quanto le ricette adottate per curare il male da chi quella malattia l’ha generata si siano rivelate del tutto inutili. Di più: criminali. 
L’Europa, questo grande ideale perseguito dal grande capitale ha fallito ancor prima di misurarsi con quella che avrebbe dovuto essere la sua sfida più significativa ma che è al contempo la truffa più evidente; unificare popoli. Tradotto: omologare la forza lavoro. Poter sfruttare impunemente in ogni angolo del vecchio continente. 

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11 settembre

 

In occasione del primo anniversario dell’attentato alle Twin Towers il regista Ken Loach realizzò questo toccante documento, sintesi perfetta e dolorosa del golpe del 73 in Cile.
 

Quel 11 SETTEMBRE che nessuno ricorda!!!

Apocalittici e indignati

blog13 giugno 2011. Passaggio storico. Storico. E allora, nel pieno di questo alieno clima di meritata euforia, concediamoci di parafrasare un Umberto Eco d’annata. E ancora, di passaggio, per il “centrodestra” questi 4 SI ripetuti milioni di volte sono una dannata eco.

Voglio però parlare d’altro, che poi tanto altro non è.

La vittoria dei referendum, è anche la vittoria di Carlo Giuliani. Quest’anno sono dieci anni da Genova; non si celebra. Si fa Memoria. Quella mattanza di regime, l’On. Fini in cabina di regia, aveva l’obiettivo di demonizzare/demolire l’unica istanza di democrazia possibile. Quella dal basso, senza deleghe e senza rappresentatività. Se non quella della propria autodeterminazione. Infatti, i partiti politici del “centrosinistra” accorsero tardivamente, a recinti spalancati e buoi in fuga. La politica della società corre sempre più in fretta della società della politica. Una propone, l’altra dispone. Seattle prima, Genova poi, stavano iniziando la semina di un pensare a venire; stavano dimostrando di quanto sia davvero unico il pensiero di fronte al pensiero unico. L’arrembaggio dei movimenti si sarebbe dovuto scontrare però con la ottusità della reazione e con quella mortifera dei manganelli di ultima generazione. E delle pallottole. Il pianeta arrivava allora all’auge del mercato, tutto si sarebbe convertito in merce e la merce avrebbe governato il tutto. Il trionfo dei cosiddetti accordi commerciali rimpinguava le banche della avenue mentre stritolava le popolazioni delle banlieu. Il mondo scopriva la finanza, la finanza denudava il mondo. Questo potere impalpabile che si era impossessato delle aule parlamentari governava senza mandato, regnava senza pronunciare parola mentre le voci ribelli di milioni e milioni di persone scontavano l’afonia della partecipazione. Ma di lì a poco il protagonismo degli eterni esclusi avrebbe preso il sopravvento: coscienza, conoscenza, organizzazione. Al di fuori degli eterni protagonisti che recitano una sceneggiatura senza mai un happy end.

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Ciao Vittorio

vittorio

Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi,
altri che lottano un anno e sono più bravi,
ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi,
però ci sono quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli imprescindibili.

CIAO VITTORIO