Rio San Juan: I sedimenti non hanno frontiera

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Panoramica dei lavori per la strada sulla riva del Rio San Juan sul lato costaricano. Foto El Nuevo Diario


Di Leyla Jarqín – El Nuevo Diario
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Il 90% di quello che il Costa Rica scarica nel Rio San Juan ritorna in questo paese attraverso il Rio Colorado, per questo è contraddittorio che il suo governo celebri il rifiuto della Corte Internazionale di Giustizia (CIJ) alle misure cautelari richieste dal Nicaragua nel giudizio per la costruzione di una strada parallela al Rio San Juan, come se fosse una sentenza in suo favore, dice il direttore del Centro per le Investigazioni in Risorse Acquatiche (CIRA) della UNAN – Managua (Università Nazionale Autonoma del Nicaragua), Salvador Montenegro.


“Il Rio San Juan, all’altezza del delta, attraversa la frontiera e diventa il Rio Colorado, quindi il 90% dell’acqua e di conseguenza il 90% dei sedimenti attraversano la frontiera e arrivano a causare un impatto importante sul sistema di parchi nazionali costaricani connessi al Rio Colorado” sostiene Montenegro.
 

 

 

Responsabilità Condivisa
Secondo l’esperto, indipendentemente da quale paese sia favorito dalla decisione finale della CIJ nessuno dei due paesi uscirà vincitore, ed ha spiegato che il problema della sedimentazione nel Rio San Juan è causata da una cattiva gestione del bacino idrico che coinvolge tanto il Nicaragua come il Costa Rica.
  
  
Per Monenegro, il bacino idrico del Rio San Juan – o bacino del gran lago Cocibolca (Lago Nicaragua) – ha una estensione di 42 mila kmq di cui il 70% si trova in territorio nicaraguense e il restante 30% in territorio costaricano.
 
“Dobbiamo capire che la vecchia frase che i nicas (nicaraguensi) e i ticos (costaricani) sono fratelli non è sufficiente, perché il bacino idrico – che non è altro che una depressione che riceve acqua dal lato nica e dal lato tico – è una zona di convergenza non solo delle acque ma di tutta la natura” ha affermato.
 
Montenegro segnala che, come rivela uno studio dell’Istituto Nicaragauense di Studi Territoriali (Ineter), ci sono fiumi, come il rio San Carlos, sul lato nica, che nella stagione delle piogge apporta ogni giorno circa 5500 tonnellate di fango e sedimenti al Rio San Juan.

Cifre del Banco Mondiale
Nonostante questo, dice Montenegro che la maggior parte arriva dal lato tico.
 
Come esempio riporta uno studio del Banco Mondiale sulla situazione che prevale intorno al lago Cocibolca, e che indica che annualmente questa massa d’acqua riceve 18 milioni di tonnellate di fango e sedimenti delle quali il 77% arriva dal Costa Rica.

“E’ normale che in natura i fiumi trascinino fango, ma non è normale che lo facciano in questa quantità, soprattutto perché il bacino da dove arrivano è talmente eroso, che ci troviamo di fronte un degrado costante, per questo l’arrivo di sedimenti in queste proporzioni costituisce un danno ambientale” continua Montenegro.

Bacino idrico condiviso.
Lo specialista in acque, il dottor Salvador Montenegro, sostiene che la sentenza della CIJ, invece di decidere quale paese ha ragione, dovrebbe ordinare un avvicinamento tra le parti, perché in maniera condivisa cerchino la maniera di proteggere e sfruttare il bacino idrico del Rio San Juan o del Lago Cocibolca, che per il 70% si trova in territorio nicaraguense e per il restante 30% in territorio costaricano.
 

Fonte originale: El Nuevo Diario  Sedimentos no tienen frontera di Leyla Jarquín