Nicaragua. Elezioni 2011: cosa ne pensiamo

  
daniel4.250x255Elezioni presidenziali 2006, elezioni municipali 2008, elezioni presidenziali 2011: da quando il Fsln con Ortega Presidente ha ripreso il comando del governo dopo 16 anni di corretta opposizione, il dopo elezioni nicaraguense è stato caratterizzato da polemiche su tre fronti: gli organismi internazionali che segnalano irregolarità ma alla fine legittimano i processi elettorali, l’opposizione interna che minaccia di mettere a ferro e fuoco il paese e promette di presentare le prove delle frodi senza mai però presentare nulla.
  
Gli ex sandinisti aggruppati nell’ MRS ormai praticamente estinto a causa del mancato appoggio popolare che, pur di non sparire dalla scena politica si allea alla destra. C’è poi un quarto fronte di polemiche ancora più singolare perché non nicaraguense ma tutto italiano che riguarda una fetta di persone che a vario titolo hanno profuso impegno accanto al Fsln dal lontano 1979 fino al 1990 anno della grande sconfitta elettorale.
Molte di queste persone, ormai anagraficamente adulte, sono quelle che esternano la maggiore riprovazione verso una formazione prima militare e poi politica che, essendo riuscita a suscitare un intenso amore, dal 2006 non smette di ricevere critiche aspre e rancorose.
 
Anche molti di noi dell’Associazione Italia Nicaragua  sono rimasti affascinati da un processo rivoluzionario assolutamente originale e ricco di colpi di scena, abbiamo sofferto quando il Frente è stato sconfitto e abbiamo seguito le sue mosse all’opposizione per 16 anni non potendo fare a meno di vedere anche l’affossamento delle conquiste rivoluzionarie, dei diritti e delle condizioni economiche.
Siamo stati anche dubbiosi e scettici rispetto al famigerato “pacto” con Aleman per riformare la legge elettorale e sulle scelte elettorali fatte dai sandinisti nelle elezioni del 2006 in primis sulla cancellazione del diritto all’aborto terapeutico sacrificato sull’altare di un patto di non belligeranza con la chiesa cattolica. Siamo convinti che la legge elettorale in vigore in Nicaragua sia brutta e che si presti a processi farraginosi e poco limpidi e che vada cambiata, che la dirigenza del partito vada aperta a quei giovani e giovanissimi che rappresentano la maggioranza della popolazione, che il Frente non sia mai riuscito del tutto a togliersi di dosso la sua nascita come formazione militare, che la lotta per i diritti delle donne contro il machismo mai morto vada incrementata che i dollari provenienti dal petrolio dato dal Venezuela vadano inseriti nel bilancio dello Stato.
Questo però lo mettiamo sulla bilancia insieme ai progressi fatti da questo piccolo paese in soli quattro anni; i programmi “populisti” relativi alla fame, l’educazione, la sanità, l’energia elettrica e l’acqua di nuovo per tutti e non più condizionate dai capricci di una multinazionale, hanno funzionato soprattutto nelle campagne storicamente il feudo prima della contra e poi della destra.
Alle ultime elezioni hanno partecipato e votato moltissimi giovani che non erano nemmeno nati negli anni ottanta ma che hanno voluto confermare e rafforzare un progetto di governo che evidentemente è riuscito a rendersi credibile non tanto con la retorica (che in America latina non può mai mancare) ma con i fatti. E questi fatti, piaccia o no, sono sul piatto e sotto gli occhi di tutti.
Per questi motivi non vogliamo limitarci a dire “i sandinisti non sono più quelli di una volta”. È un fatto innegabile come è innegabile che negli ultimi decenni il mondo si è trasformato a ritmi accelerati e inimmaginabili e nulla  può più essere come prima perché gli scenari sono cambiati e i poteri che non sono più occulti sono sempre più forti.
È anche innegabile che i veri giudici di questa fase storica nicaraguense saranno i giovani che,  potendo usufruire di una formazione scolastica e forse anche politica, migliore, porteranno avanti questa esperienza. Non vogliamo nemmeno metterci dalla parte degli amanti delusi ma, volendo mantenere un giusto distacco a volte limitato dalla simpatia che abbiamo per questo paese, continuare nella scelta che abbiamo fatto nel lontano 1990.
Un percorso di solidarietà e informazione che prevede di avere come controparti non governi o partiti ma parti della società civile che ben volentieri continueremo ad appoggiare nel loro percorso di rafforzamento interno per migliorare il loro paese, il loro governo senza essere cooptati da forze politiche.
 
Porgiamo i nostri più sinceri auguri al nuovo governo augurandoci che sappia capitalizzare i frutti raccolti nelle ultime elezioni per rafforzare i processi democratici, partecipativi e di rafforzamento economico in Nicaragua.
Gli stessi auguri li facciamo al popolo del Nicaragua, che sappia tutelare le proprie conquiste e che continui a stare a fianco del proprio governo istigandolo ad approfondire questi processi.
 
Coordinamento Associazione Italia Nicaragua