Honduras: Rainforest Alliance ritira certificazione all’impresa “Las Tres Hermanas”

La fornitrice di Chiquita Brands accusata di gravi violazioni dei diritti del lavoro

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  Banana certificata Rainforest (Foto FESTAGRO)

Managua, 21 dicembre (Rel-UITA | LINyM) -. A partire dall’11 dicembre scorso, l’impresa produttrice di banane “Las Tres Hermanas” e altre 12 imprese indipendenti, che insieme formano la Distributrice honduregna di frutta società anonima, Cohfrutsa, e che sono fornitrici di Chiquita Brands, non potranno più esportare la loro produzione con il marchio della rana Rainforest Alliance Certified.

Secondo questo ente di certificazione, il più grande al mondo accreditato dalla Sustainable Farm Certification International (SFC), nelle piantagioni [1]de “Las Tres Hermanas”  si starebbero violentando sistematicamente i diritti del lavoro e quelli sindacali del personale affiliato al Sindacato dei lavoratori dell’industria bananiera, Sitrainba.

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La denuncia è stata presentata lo scorso giugno dalla Federazione dei lavoratori dell’agroindustria, Festagro, poi ripresa con forza da varie organizzazioni internazionali, tra cui il Progetto di solidarietà del lavoro nelle Americhe (Usleap nella sua sigla inglese), la UITA e il Coordinamento latinoamericano dei sindacati dei lavoratori delle banane e dell’agroindustria, Colsiba.

Secondo queste organizzazioni, l’impresa “Las Tres Hermanas” non solo si sarebbe rifiutata di riconoscere il Sitrainba e il suo diritto a negoziare un contratto collettivo aziendale, ma ha anche iniziato una campagna diffamatoria, d’intimidazione e di persecuzione contro i suoi dirigenti e affiliati.

Contemporaneamente, ha imposto la creazione di un sindacato filopadronale, il Sindacato dei lavoratori de Las Marías, Sitramaria, con il quale ha negoziato un contratto aziendale che lede i diritti sindacali, riduce i salari e allunga la giornata lavorativa.

Inoltre, “Las Tres Hermanas” è coinvolta nella denuncia presentata all’Ufficio per gli affari del commercio e il lavoro degli Stati Uniti (Otla nella sua sigla inglese), per la violazione del capitolo XVI del Trattato di Libero Commercio tra Honduras e Stati Uniti. Per questo motivo, lo Stato honduregno sta per essere sanzionato per i ripetuti casi di violazione dei diritti del lavoro, che diverse imprese, tra le quali “Las Tres Hermanas”, hanno commesso nel Paese.

Violazioni sì, però no …
A seguito delle denunce per la violazione delle norme fissate dalla Rete di Agricoltura Sostenibile, Ras, nel giugno del 2013 la SFC e l’Istituto per la cooperazione e l’autosviluppo, Icade, realizzarono un’indagine esaustiva che evidenziò “quattro irregolarità gravi”. Nonostante ciò, Cohfrutsa era riuscita a mantenere il suo status di gruppo certificato Rainforest Alliance Certified.

“Questa decisione evidenziò la doppia morale e i grandi interessi che si nascondono dietro questi enti di certificazione e la modalità di ‘certificazione di gruppo’. Noi comunque non ci siamo arresi e insieme ai nostri alleati internazionali, abbiamo rafforzato e approfondito la denuncia”, ha dichiaratoGermán Zepeda, segretario generale della Festagro.

Di fronte alla forte pressione e all’intensità della campagna, Rainforest Alliance ha qui di deciso di realizzare una nuova ispezione, che si è realizzata dal 16 al 19 novembre scorso e durate la quale sono state riscontrate diverse “irregolarità”, incluso il criterio 5.12 delle norme Ras [2], che adesso è classificato come critico.

Di fronte a queste evidenze, Rainforest Alliance ha finalmente deciso il ritiro della certificazione al gruppo di produttori che formano Cohfrutsa, inclusa “Las Tres Hermanas”. “E’ uno dei successi più importanti della lotta sindacale. È infatti la prima volta che viene revocata una certificazione nel settore delle banane e che questo avviene a seguito di una denuncia per violazioni dei diritti del lavoro, presentata da organizzazioni sindacali. Abbiamo creato un precedente storico”, ha affermato Zepeda.

La reazione degli impresari
La reazione dei produttori e distributori di banane non si è comunque fatta attendere. Sia l’Associazione dei produttori nazionali di banano, Apbn, che “Las Tres Hermanas” e Cohfr utsa, hanno dato inizio a una campagna battente per seminare il timore e i dubbi nella popolazione e di fronte le istituzioni pubbliche.

“Hanno detto che questa decisione causerà al Paese perdite per più di 20 milioni di dollari e coinvolgerà circa 4 mila famiglie. Tutto ciò è completamente falso, perché la revoca della certificazione non influisce sulle vendite, nè sulle esportazioni, dato che esse continueranno fino alla scadenza del contratto firmato con Chiquita”, ha chiarito il segretario generale della Festagro.

Da quanto emerso a livello nazionale, Chiquita Brands starebbe inoltre dando 6 mesi di tempo a “Las Tres Hermanas” per risolvere la situazione e permettere che il gruppo di produttori riottenga la certificazione di Rainforest. Nel frattempo, la multinazionale della frutta continuerà a comprare la produzione di banane a Cohfrutsa.

Nel frattempo, la dirigenza de “Las Tres Hermanas” continua a interpretare a modo suo la legislazione sul lavoro e nega qualsiasi negoziazione con il Sitrainba.

“Mentono quando dicono che il Sitrainba si è formato dopo il Sitramaria, che ha solo 35 affiliati e che non è abbastanza rappresentativo per negoziare un contratto collettivo aziendale. Abbiamo già dimostrato a Rainforest che sono più di 100 i lavoratori affiliati al SITRAINBA, cioè la maggioranza” ha precisato Zepeda.

Di fronte l’atteggiamento dell’impresa, la Festagro continuerà la sua lotta per il riconoscimento del sindacato e per la negoziazione collettiva. Si riunirà, inoltre, con Rainforest  Alliance per realizzare una revisione delle norme Ras, formulare raccomandazioni e per iniziare un percorso di interscambio di esperienze sulle differenti denunce di violazione dei diritti lavorativi nel settore.

Fonte originale: Rel-Uita

Traduzione: Sergio Orazi

[1] – Villa Ana María SA, Villa María SA y Villa Bárbara S
[2] – Criterio 5.12: I lavoratori devono avere il diritto di organizzarsi liberamente, così come di negoziare volontariamente le loro condizioni di lavoro in modo collettivo, secondo quanto stabilito dagli accordi 87 e 98 della OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro). L’impresa agricola deve avere e divulgare una politica che garantisca questo diritto e non deve impedire che i lavoratori formino ed aderiscano a sindacati, negozino collettivamente o si organizzino con fini ideologici, religiosi, politici, economici, sociali, culturali o di qualsiasi altro tipo.

Rio San Juan: I sedimenti non hanno frontiera

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Panoramica dei lavori per la strada sulla riva del Rio San Juan sul lato costaricano. Foto El Nuevo Diario


Di Leyla Jarqín – El Nuevo Diario
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Il 90% di quello che il Costa Rica scarica nel Rio San Juan ritorna in questo paese attraverso il Rio Colorado, per questo è contraddittorio che il suo governo celebri il rifiuto della Corte Internazionale di Giustizia (CIJ) alle misure cautelari richieste dal Nicaragua nel giudizio per la costruzione di una strada parallela al Rio San Juan, come se fosse una sentenza in suo favore, dice il direttore del Centro per le Investigazioni in Risorse Acquatiche (CIRA) della UNAN – Managua (Università Nazionale Autonoma del Nicaragua), Salvador Montenegro.


“Il Rio San Juan, all’altezza del delta, attraversa la frontiera e diventa il Rio Colorado, quindi il 90% dell’acqua e di conseguenza il 90% dei sedimenti attraversano la frontiera e arrivano a causare un impatto importante sul sistema di parchi nazionali costaricani connessi al Rio Colorado” sostiene Montenegro.
 

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HONDURAS: APPELLO URGENTE

Rio Blanco di nuovo sotto la minaccia di una aggressione armata

Honduras 8 dicembre 2013

L’escalation di repressione contro le comunità in resistenza che si oppongono all’illegale ed illegittima costruzione di una diga nella comunità di Rio Blanco (dipartimento di Intibucá) è arrivata al punto di violentare la vita quotidiana dei suoi abitanti, hanno denunciato diverse organizzazioni all’inizio di novembre.

L’ 1 novembre di quest’anno agenti della polizia onduregna fortemente armati ed incappucciati hanno fatto irruzione nella comunità indigena de La Tejera. Facendo irruzione nelle case cercando il presidente del consiglio indigeno Lenca e minacciando di sparare contro bambini, bambine ed anziani. Questo fatto si somma alla lista di aggressioni con le quali l’Honduras sta perseguitando e criminalizzando le comunità organizzate nel COPINH (Consiglio Civico delle Organizzazioni Popolari e Indigene dell’Honduras).

In questi primi giorni di dicembre le osservatrici e gli osservatori dei Diritti Umani abbiamo constatato l’impatto che hanno questi episodi contro l’integrità fisica emozionale e psicologica in particolare delle bambine e dei bambini di questa comunità che si manifestano in malattie, stress, ansia e paure. Inoltre siamo stati testimoni della continuità della repressione e del controllo di polizia diretto contro le e gli oppositori alla diga.

Di fronte alla possibilità che si ripetano in forma più grave queste ed altre aggressioni nei giorni lunedì 9 e martedì 10 dicembre, giorno internazionale dei Diritti Umani, chiediamo di chiamare ai numeri di telefono riportati qui sotto esigendo la fine delle aggressioni contro la comunità

 

  • Luis Green – segretario dei Popoli Indigeni e Afro-onduregni SEDINAFROH – Tel.: +504-99584364
  • Juan Carlos Bonilla – Direttore della Polizia Nazionale – Tel.: +504-97002801
  • Commissario della Polizia di Intibucá – Tel.: +504-97118034/27831006
  • Martiniano Domínguez Meza – Sindaco di Intibucá – Tel.: +504-783-0660/0069
  • Ana Pineda – Ministro di Giustizia e Diritti Umani – Tel.: +504-99826801/22356119
  • Sig. Ramón Custodio López – Commissario Nazionale dei Diritti Umani – Tel.: +504-22310204/22310882/22357697

Video – Appello: Allerta Rio Blanco, English , Deutsche

Appoggiano l’appello i seguenti collettivi ed organizzazioni:
•    CADEHO – Cadena de Derechos Humanos Honduras – Alemania 
•    ENCA Enviromental Network for Central America. UK. 
•    Associazione Italia-Nicaragua 
•    RED DE DEFENSORAS DDHH Honduras 
•    CICA  – Colectivo Italia-Centro America 
•    HONSURASDELEGATION Honduras-Alemania

 

Colombia : Solidarietà alle comunità colombimane in lotta per la terra e al media attivista italiano Bruno Federico

bruno-federicoNella Giornata del 3 dicembre una missione composta da diversi osservatori che accompagnava la comunità del villaggio Pitalito è stata oggetto di una aggressione armata, nella quale fortunatamente non si sono riscontrati feriti.

Obiettivo della sparatoria, organizzata dal latifondista locale Juan Manuel Fernandez de Castro, era difendere il violento furto di milioni di ettari da parte di grandi proprietaari terriei, palmicoltori e imprenditori minerari.  Da settimane nel Municipio di  Curumaní nella regione colombiana del Cesar, comunità contadine lottano per rientrare in possesso della terra  dopo essere state cacciate dai paramilitari al soldo dei grandi proprietari terrieri, delle multinazionali e con la complicità del governo.

Alla missione partecipava anche Bruno Federico, attivista italiano da anni impegnato nel lavoro di documentazione dei conflitti in Colombia autore, fra gli altri, del documentario “El Gigante” che racconta la lotta di resistenza di contadini e pescatori contro la diga El Quimbo che ENEL sta costruendo nella regione del Huila.

Solo poche settimane fa avevamo denunciato l’assassinio di un sindacalista del Sinaltrainal, omicidio avvenuto a poche ore dall’inizio di uno sciopero dei lavoratori della Nestlè nella città di Bucamaranga e di un altro sindacalista del settore petrolifero.

Esprimiamo la nostra solidarietà e sosteniamo le comunità contadine di Pitalito, il Comité De Solidaridad Presos Políticos Fcspp., il Movimiento De Víctimas De Crímenes De Estado e tutti i movimienti e organizzazioni colombiane che si battono per la difesa dei diritti umani, della terrà, delle risorse naturali, della vita contro le politiche delle multinazionali e del governo colombiano.

Esprimiamo la nostra solidarietà a Bruno, fratello e compagno di lotta.

Roma 05/12/2013

Confederazione Cobas

Rete StopEnel

Centro sociale ex snia roma

Centro sociale Intifada – Empoli

Radio Onda Rossa

Associazione YAKU – Trento

Re:Common

Comitato Carlos Fonseca

L’Associazione Italia Nicaragua di Livorno

Associazione Italia Nicaragua – Circolo Lionel Rugama – Roma

Associazione Italia Nicaragua Nazionale

Partito della Rifondazione Comunista- Sinistra Europea

Forum dei Movimenti per l’Acqua

Acqua Bene Comune – Trento

Associazione A Sud

Honduras: Partito Libre e il Tse ricontano i verbali delle elezioni


Il partito di Xiomara Castro chiede la presenza di almeno 200 tecnici di fiducia

 

Libre presenta richiesta di riconteggio (Foto G. Trucchi | LINyM)
Libre presenta richiesta di riconteggio (Foto G. Trucchi | LINyM)

Tegucigalpa, 5 dicembre (LINyM)-. Nei giorni scorsi, il Partito Libre (Libertà e Rifondazione) ha presentato al Tse (Tribunale Supremo Elettorale) una richiesta formale di riconteggio dei risultati riportati sui verbali dei 16.135 seggi che sono stati aperti durante le elezioni generali del 24 novembre scorso. Secondo Libre, il riconteggio è necessario a causa delle ”molteplici alterazioni e falsificazioni del loro contenuto”.

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Per il momento e fino al termine del riconteggio,Libre non accetterà, ne riconoscerà i risultati divulgati dal Tse, che proclamano il candidato del partito di governo uscente, Juan Orlando Hernandez, come vincitore delle elezioni con il 36,80% dei voti, otto punti di vantaggio su Xiomara Castro.

Nel documento che è stato consegnato al presidente del Tse, David Matamoros, Libre ha esposto una lunga serie di irregolarità, violazioni ed errori. Ha inoltre segnalato che il monitoraggio internazionale eseguito dalla Osa (Organizzazione degli Stati Americani) sull’intero sistema elettorale ha trovato e segnalato “problemi nel disegno dei sistemi e degli algoritmi applicati, e gravi errori qualitativi”, così come “una grave vulnerabilità del sistema” nel suo insieme.

La candidata alla presidenza, Xiomara Castro, ha dichiarato che con le prove che si stanno presentando “risulta più che evidente che questa istituzione non ha rispettato le dovute procedure”. D’altra parte, il magistrato presidente del Tse ha assicurato che verrà dato seguito alla denuncia presentata da Libre. Entrambe le parti si sono impegnate ad accettare e a far conoscere pubblicamente il risultato del riconteggio.

“Confidiamo che ci aprano le porte per verificare i nostri dati. Vogliamo trasparenza e rispetteremo la volontà del popolo, ma chiediamo che si dimostri e si provi chi veramente ha vinto le elezioni”, ha detto Xiomara Castro.

Intanto, la popolazione è scesa in piazza condannando la presunta frode elettorale e il riconteggio di tutti i voti.

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Juan Orlando Hernández, per nulla preoccupato dell’azione intrapresa da Libre, ha invece iniziato i lavori per il “passaggio di consegna” in tutti i ministeri e istituzioni dello Stato e ha intrapreso un viaggio nella regione centroamericana, riunendosi con i presidenti di Costa Rica, Panama e Nicaragua.

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Non si spegne intanto la polemica scaturita dalle dichiarazioni dell’osservatore elettorale dell’Unione Europea, Leo Gabriel, che ha accusato il gruppo dirigente della Missione di osservazione elettorale, Moe-Ue, di non avere inserito nel rapporto preliminare ciò che gli osservatori hanno veramente visto sul terreno, privilegiando obiettivi politici, economici e commerciali.

Traduzione: Sergio Orazi

Fonte originale: LINyM

 

Honduras: I risultati delle elezioni sono stati alterati, dice osservatore dell’Unione Europea

Per Leo Gabriel, nella delegazione europea ci sono state forti discussioni interne per i contenuti del rapporto

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Foto G. Trucchi | Opera Mundi
Tegucigalpa, 30 novembre (Opera Mundi | LINyM)-. Martedí scorso, la Missione d’osservazione elettorale dell’Unione europea,Moe-Ue, ha presentato alla stampa nazionale e internazionale un rapporto preeliminare sulle elezioni in Honduras.Nonostante abbia evidenziato “seri indizi di traffico di credenziali e altre irregolarità” oltre ad un “evidente squilibrio nella visibilità dei vari partiti nei media” e “la mancanza di trasparenza nel finanziamento della campagna elettorale”, la missione ha valutato positivamente “sia la trasparenza del voto, sia il rispetto della volontà dei votanti nello scrutinio”.

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