RAÌS RAID

libyacollage3Quale decisione sarebbe mai potuta uscire dalla convention parigina riunita a discutere sulle sorti della umanità?

 

La più immediata, la più rinunciataria, la più codarda.
Un consiglio di sicurezza che ha decretato la insicurezza internazionale. Oramai da anni siamo abituati alla calcolata incapacità di valutare le crisi internazionali da parte degli organismi preposti a risolverle. Kosovo, Iraq, Afghanistan, tutta una sequela di crimini del diritto. A danno delle popolazioni, a vantaggio del profitto.

 

Nessuna persona dotata di un minimo di buon senso (ce ne sarà ancora in giro?) e di una minima conoscenza di ciò che succede appena al di fuori dei nostri cortili, ha mai ritenuto opportuno schierarsi dalla parte di un satrapo come Gheddafi. Non fosse stato sufficiente “assistere” alle celebrazioni in suo nome in occasione delle sue sobrie recenti visite in Italia, basterebbe scorrere anche velocemente il suo curriculum; dalle origini nasseriane – socialiste alla barbarie pseudo-nazionalista degli ultimi venti anni.
Come più spesso si è ricordato, la posizione geografica della Libia ha generato il mercimonio delle migrazioni su cui il Colonnello ha costruito la sua nuova immagine, così tanto gradita alla UE e agli USA. Lucrare sulle povertà della superficie per godere delle ricchezze del sottosuolo. Respingimenti, lager, torture, tutto possibile in nome del petrolio.
 

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OCCHI APERTI, AMERICA LATINA

danielfidelgheddafiGli eventi che stanno stravolgendo parte del mondo arabo, fanno sentire la loro eco anche aldilà dell’Oceano, e nonpotrebbe essere altrimenti. La Tunisia, l’Egitto, e ora la Libia.

Proprio quest’ultima, ha suscitato una ondata di commenti e posizioni in America Latina che non possiamo fare a meno di analizzare. Sforziamoci di farlo al netto della inetta copertura mediatica che gli si sta dando, piena di riflessi para-imperialisti e disonestà intellettuale. Una riedizione del marketing informativo della menzogna che ricorda inevitabilmente le fosse comuni di Timisoara e le operazioni militari israeliani nella striscia di Gaza. Le prime, false; le seconde, realizzate nel più totale silenzio della comunità internazionale, costernata a posteriori. Che Gheddafi si fosse rifugiato in Venezuela, è stato smentito nell’arco di una battuta d’agenzia. Che Chávez stia dando appoggio e solidarietà al mandatario libico, è invece vero. E con lui si sono schierati, in forma diverse ma sostanzialmente omogenee, molti altri leader della cosiddetta “America integrazionista”. Daniel Ortega, e soprattutto Fidel Castro. Ora, il punto è che storicamente Gheddafi è stato un “faro” in versione araba (laica, non dimentichiamolo) dell’antimperialismo e dell’anticolonialismo; la sua rivoluzione verde ha stretto rapporti e solidarietà con gran parte del mondo in ebollizione dell’epoca.

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