Movimento studentesco: “Siamo il futuro dell’Honduras e non ci lasceremo intimidire”


Protesta degli studenti (Foto G. Trucchi)
Protesta degli studenti (Foto G. Trucchi)

Tegucigalpa, 29 novembre (Opera Mundi | LINyM)

Nè la repressione della polizia, nè la chiusura dell’università e la sospensione delle lezioni hanno scoraggiato centinaia di studenti che, per il secondo giorno consecutivo, si sono mobilitati per le strade di Tegucigalpa, denunciando una frode nelle elezioni generali di domenica scorsa (24/11), e chiedendo un ricontrollo immediato dei verbali e il riconteggio dei voti.

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COSA CI RACCONTA QUESTO 19 OTTOBRE.

sollevazioneAbbiamo già visto, perché è la Storia a insegnarcelo, che gli equilibri politici e conomici che affamano la popolazione non si smantellano se non con il conflitto sociale.
Con la solidarietà.
Con la lotta di classe.

Non credo bisogna aver paura di fare ricorso a espressioni e modalità che apparentemente  sembrano “patrimonio” della memoria.
Il capitalismo non se ne fa scrupolo e irrompe nelle nostre esistenze con la stessa prepotenza dei secoli passati.
Con un’attenta opera di maquillage pervade il nostro presente per distruggere il nostro futuro.
Gli indicatori economici che parlano di una disoccupazione, soprattutto quella giovanile, in continua crescita non sono opera di pericolosi sovversivi.
Sono la fotografia di una società in disfacimento che scambia la precarietà per risorsa; che strangola i diritti per dare fiato al profitto.
Le cosiddette grandi opere stravolgono il territorio e cercano di demolire la volontà popolare.
La sovranità è in svendita totale.
A questo massacro si prestano forze politiche che nella penosa solitudine delle proprie stanze si coalizzano per consolidare gli interessi dei pochi a scapito del bene comune.
Quest’ultimo è previsto sia tutelato e garantito dalla Costituzione, ma le larghe intese hanno maglie strettissime quando si parla di diritti. Sono però forze in forse.
Nonostante l’appoggio incondizionato, a parte le schermaglie telecomandate  di alcune testate “non in linea”, della quasi totalità degli organi d’informazione.

Fino a qualche tempo fa si parlava del “Partito di Repubblica”, organo ufficiale di una classe politica inconsistente e per questo maggiormente nociva; ora ai vari governi tecnici di scopo del presidente e via di questo passo corrisponde una informazione supina e allineata.
Ne abbiamo avuto prova, se mai ce ne fosse stato bisogno, nella cronaca della giornata di ieri.
Preceduta da settimane di battage terroristico in attesa del grande bagno di sangue che ci sarebbe dovuto essere durante la manifestazione.
Lo si attendeva con ansia e trepidazione.
Si sperava che accadesse la replica del 15 ottobre 2011, per avere le nove colonne garantite e succulenti aperture dei telegiornali.
Sono bastati quindici minuti di parapiglia davanti a un ministero per sovvertire il reale andamento di una giornata che ha invece portato fino in fondo i presupposti con i quali è stata costruita.
Le rivendicazioni di un popolo in sofferenza sono più forti delle menzogne, tanto più se sbraitate in diretta tv mentre un fiume umano scorreva determinato e cosciente.
Rabbioso, tra saracinesche abbassate e palazzi blindati.
Ma con tante persone alla finestra ad applaudire al suo passaggio.

Il 19 ottobre ha fatto breccia.

M.A.

Honduras – Bajo Ajuan: Grido per la terra

bajo_aguan
Conosciamo e appoggiamo la resistenza
di donne e uomini del Bajo Ajuan

 

insieme a Giorgio Trucchi autore del video
“Bajo Ajuan:Grido per la terra”
Giovedì 30 maggio – dalle ore 20,00
 
 
Avremo l’opportunità di conoscere approfonditamente le dinamiche criminali e perverse che multinazionali
e grandi proprietari terrrieri utilizzano per accaparrarsi terre che non gli appartengono.
 
Contadine/i vengono perseguitati e poi cacciati dai loro territori per far spazio alla monocultura.

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Sit-in: ENEL giù le mani dall’America Latina

VENERDI 2 MARZO ORE 15,00  – Sotto la SEDE ENEL di ROMA – Vle Regina Margherita 125

CONTRO LA DEVASTAZIONE AMBIENTALE E SOCIALE CHE L’ENEL ESPORTA IN GIRO PER IL MONDO

In Guatemala, In Cile, In Colombia L’ENEL sta portando avanti progetti relativi alla costruzione di DIGHE che devastano il territorio e che non rispettano le scelte e i bisogni delle popolazioni locali, favorendo l’incremento dei profitti per l’impresa.

In Colombia, sul RIO MAGDALENA le comunità contadine, a sostegno delle quali abbiamo già manifestato lo scorso 14 febbraio,  occupano le sponde del fiume per evitare che le sue acque siano deviate.

Il Governo prevede di sgobrarle con la forza tra il 3 e il 6 Marzo.

In Guatemala i lavori per la costruzione di Palo Viejo dovrebbero terminare nei prossimi mesi, mentre in Cile c’è una forte campagna nazionale contro la costruzione del progetto HydroAisèn in Patagonia.